Dialogo in presa diretta tra un gruppo di genitori e figure educative di Asili nido e Spazi gioco di Aeris Cooperativa Sociale per capire l’effetto della pandemia Covid-19 sulla scuola e sulle famiglie
INTERVISTA REALIZZATA DA DANIELE BIELLA E PUBBLICATA SUL BLOG DI COOPERATIVA AERIS “SUARDI RESILIENTI“
“Questo periodo va raccontato in maniera collettiva, con la voce degli educatori che sono cuore pulsante dei servizi per l’infanzia e famiglie che, affidandoci i loro figli, ci scelgono come alleati per la loro crescita”. È racchiuso in questo pensiero di Giovanna Colnago, Responsabile Prima Infanzia di Aeris Cooperativa Sociale, il senso di un incontro molto particolare, avvenuto online lo scorso 11 giugno 2020: una quindicina tra figure educative e genitori legati alle strutture dove opera Aeris (10 realtà in Lombardia con 40 educatrici e circa 250 bambini) si sono confrontati in modo molto diretto sulla propria quotidianità durante il lockdown causato dalla pandemia Covid-19. “Tutto si è ribaltato dal 24 febbraio in poi, siamo stati costretti a vivere un cambiamento continuo con un flusso di incertezza ben diverso dalle routine confortevoli di Asili nido e Spazi gioco. Ora l’orizzonte è la possibilità di una ripresa, con l’occhio a quanto accadrà a settembre”, aggiunge Colnago.
L’incontro è visibile integralmente anche in video in fondo all’articolo. Gli interventi si sono susseguiti con la moderazione di Daniele Biella, giornalista e coordinatore di Sguardi Resilienti, e l’apertura della pedagogista Giovanna De Gregorio: “E’ stato ed è tuttora un periodo di grandi sfide, tra cui quella tecnologica, dato che i servizi si sono dovuti trasferire dall’oggi al domani su un computer”, spiega De Gregorio. “Abbiamo finora attraversato tre fasi: lo shock iniziale, la riattivazione prima e l’adattamento poi. Ognuno con i propri modi e i propri tempi, accomunati dall’esperienza della ‘ferita’, ovvero una perdita. Per molti non necessariamente di persone care, ma per tutti sicuramente di libertà e spazio vitale”.
Il nostro invito è di seguire gli interventi, anche in momenti diversi , direttamente dalla voce dei protagonisti (la durata completa del video è circa 100 minuti). Di seguito, riportiamo infine qualche espressione usata da chi è intervenuto, così da fornire un’idea indicativa della ricchezza dei contenuti emersi.
Buona visione! Nella speranza di una prossima nuova dimensione in cui i bambini possano tornare a interagire tra loro e con le figure educative, “coscienti che i piccoli sanno comunque riconoscere le emozioni anche se cambiano le modalità”, come ha fatto presente un papà durante l’incontro.
GENITORI: “Situazione surreale, difficile per i bambini e per noi”. “Perché se tutto è fermo mamma deve continuare?”. “C’è stato il tempo per abituarsi e per poi capire la nuova quotidianità”. “Prima era saltata solo la sfilata, poi dovevamo rimanere per un po’ a casa, poi lo siamo stati fino a oggi… ma ci siamo riscoperti in casa insieme, grandi e piccoli”. “Il figlio piccolo rifiuta l’interazione con il pc, ma le videochiamate con le educatrici sono servite a noi genitori”, “Tempo con il bimbo avvalorato da disegno e musica”. “La casa è diventata a volte una discoteca”.“Noi genitori siamo diventati tutti panettieri”, “L’ansia dei bimbi era presente e da gestire”. “Ci chiedevano ‘i nonni dove sono?’, appena possibile hanno avuto bisogno di vederli”. “Sapere che le educatrici c’erano, anche solo leggendo un libro via video, è stato fondamentale per i bimbi, che non si sono sentiti dimenticati”.
EDUCATORI: “E’ stato importante mettersi nei panni anche dei genitori, essendo a volte genitori noi stessi”. “Prima dicevamo di non lasciare i bimbi troppo tempo davanti al pc. Poi però tutto questo ci ha fatto rivalutare l’utilizzo dei dispositivi, a cominciare dalle videochiamate”. “Noi stessi ci siamo sperimentati, messi in gioco”. “Abbiamo usato l’immaginazione per nuove modalità per fare arrivare la nostra voce”. “La gran parte delle famiglie ha fatto in fretta a capire le nuove modalità di relazione e di spazio gioco virtuale con grandi risposte a saluti, canzoni e attività”. “Ci siamo conosciuti meglio con genitori che vedevamo poco, e sia loro che i nonni collegati hanno vissuto dal vivo le attività che fanno i loro figli”. “Tutto è rimasto in stand by ma non il percorso di crescita dei bimbi, che sono stati molto coraggiosi”. “Ci siamo interrogati tanto sui bisogni, è stato molto importante, e riaprire sarà meno difficile con questa consapevolezza”.
I rapporti umani regolati da manuali di istruzioni, non molto diversi da quelli dei mobili fai da te, ci conducono verso disperate solitudini. Le persone non sono armadi da assemblare né dati da offrire in pasto a un algoritmo. L’imprevisto, il pezzo che non combacia, il fattore non catalogabile ci restituiscono l’inesplorata tessitura dell’ignoto. Lo dimostra la stessa diversità dei nostri destini individuali. (Susanna Tamaro)