Finalmente siamo giunti alla serata più attesa, quella degli Oscar 2021, la cerimonia che cadrà questo weekend a cavallo tra domenica 25 e lunedì 26 aprile. Questo nostro ultimo appuntamento di recensioni si chiude con gli ultimi due film della categoria miglior film: Minari, di Lee Isaac Chung, una storia delicata e familiare, fondata sul sogno americano ormai in distruzione, e Promising Young Woman, di Emerald Fennell, un racconto violentemente vero e scioccante, attuale più che mai e che tutti dovrebbero guardare.

“MINARI”

Il primo film che arriverà nelle sale italiane il 26 aprile alla riapertura dei cinema in zona gialla è proprio Minari, un film delicato, toccante e semplice. Rappresentare la realtà del mondo che ci circonda non sempre è facile, per quanto sia ciò che ci è di più familiare. Eppure il regista Lee Isaac Chung riesce a raccontarci in modo impeccabile la famiglia coreana – americana Yi alle prese con un trasloco in Arkansas negli anni Ottanta. Jacob, il padre, ha intenzione di coronare il suo sogno di creare una una coltivazione molto estesa di prodotti tipici coreani, ma la moglie, Monica, è circondata da un’aura di dubbi e perplessità. I loro litigi spesso fanno estraniare i due piccoli di casa, Anne e David, tanto che, in una scena molto commovente, i due iniziano a costruire degli aeroplani di carta da lanciare ai genitori con scritto sopra “non litigate”. Con l’arrivo della nonna dalla Corea, gli equilibri si destabilizzeranno ancora di più.

L’equilibrio che i protagonisti cercano ossessivamente di trovare sembra in continuazione sfuggirgli dalle mani, e solo ciò che c’è di più nascosto è la chiave di tutto, esattamente come succede con la pianta di minari che la nonna semina in un luogo appartato di cui racconta la storia ai bambini e che alla fine potrà forse essere la salvezza della famiglia Yi. La grande fattoria che Jacob vuole a tutti i costi porterà alla rovina? E’ un dubbio che rimane in continuazione, persino alla fine del film. Non lo si capisce immediatamente, percepiamo solo la sua anima da sognatore: egli incarna in pieno la voglia del sogno americano. Quell’idea di grandezza e di rinnovamento che però sembra ormai alla deriva, non c’è più nulla di così grandioso in cui imbarcarsi, perché in realtà basta veramente poco per sentirsi ricompensati, e la parola chiave sarà proprio poi il titolo del film.

Il film gioca con le splendide luci dei campi, del verde, delle piante, dei fiori e della natura. La si respira, la si percepisce. Le inquadrature fisse e immerse nel paesaggio danno un senso di freschezza e di pace, ma al contempo anche quello di soffocamento e di disperazione, anche se esse sono sempre celate dietro il triste sorriso che solca in continuazione il viso di Monica. Inoltre, il film gioca moltissimo sul rapporto madre e figli e padre e figli: li vediamo incoraggiarsi, arrabbiarsi, mettere in scena un ritratto vero e concreto di qualunque famiglia. La preoccupazione che hanno Jacob e Monica per la patologia di David è una sensazione che trasmettono anche a noi, tanto che è inevitabile stare sempre attenti ai gesti del piccolo sullo schermo. C’è inoltre l’elemento religioso che, in sordina, trasmette il messaggio della sua ossessione e problematicità.

Prodotto da Brad Pitt, è un film veritiero e tenero, vincitore del miglior film straniero ai Golden Globes e candidato a ben sei premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior colonna sonora.

“PROMISING YOUNG WOMAN”

Solo una donna sa cosa vuol dire tornare a casa la sera da sola e dover chiamare il migliore amico, la mamma, la persona che ama per paura di stare da sola perchè “chissà cosa potrebbe accadere”. Solo una donna sa cosa vuol dire aver paura di cosa si indossa perché, se succede qualcosa, la colpa sarà sempre sua. Solo una donna sa quanto pericoloso possa essere bere troppo perché, incosciente, chiunque potrebbe approfittarsi di lei solo perchè per una sera ha voluto divertirsi come chiunque altro. Solo una donna sa. E questa è la storia di Cassie, una trentenne che, dopo aver abbandonato la scuola di medicina, ha fatto ruotare la sua vita attorno ad una sola cosa: trovarsi ogni weekend in un locale diverso fingendosi ubriaca e facendosi abbordare dagli sconosciuti, dimostrando che, ognuno di loro ha il desiderio di violentarla con la forza. Incastrata in questo loop di rabbia e vendetta, incontrerà un ex compagno di college, Ryan, che con sé riporterà a galla ogni cosa riguardo il loro oscuro passato e un trauma che affligge da allora la vita di Cassie.

Una frase che girava qualche giorno fa sui social e che rispecchia appieno questo film è: “Starò zitta quando potremo dire aggressione sessuale senza che loro gridino bugiarda”. Una frase più vera che mai, poiché la prova che dà Cassie per tutta la durata del film è questa continua omertà tra tutti i coloro che sapevano esattamente cosa fosse successo anni prima ma che semplicemente avevano più a cuore le loro vite rispetto la verità dei fatti.

All’opera prima di Emerald Fennell, il film è veramente ambizioso: inizia con il migliore dei propositi, e il messaggio che vuole far passare è evidente fin dai primissimi minuti. E’ una pellicola che fa arrabbiare, che dona ad ogni persona un senso di giustizia inimmaginabile. E’ un thriller mascherato da commedia leggera che rivela la sua natura più dura fin dall’inizio. Esattamente come la protagonista Cassie, interpretata da Carey Mulligan che ha dato una prova eccezionale di sé, dietro i vestitini con i fiori, il salotto rosa e il letto da principessa, si nasconde una ragazza piena di rabbia e di voglia di vendetta, che si è stancata del silenzio e dell’accondiscenza di ogni persona che la circonda e che ha solo intenzione di vendicarsi e di non pensare ad altro. L’apparenza inganna, e direi che questa è la frase che meglio racchiude il messaggio di questo film. L’unico problema che si riscontra in questo progetto è che inizia come una bomba già esplosa, con una denuncia chiarissima che viene illustrata nel modo più crudo possibile, ma che più in là di così non poteva spingersi, e il succedersi degli eventi è solo un moto discendente.

Carey Mulligan si è aggiudicata per questa performance un Critics’ Choice Awards ed ottiene la sua seconda candidatura al Premio Oscar, ai Golden Globe ed agli Independent Spirit Awards e la terza candidatura ai Screen Actors Guild Award. Insieme al premio per miglior attrice protagonista, il film si è aggiudicato agli Oscar anche le candidature per miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio.