Venerdì 18 dicembre siamo stati alla conferenza stampa del film “Tutti per 1 – 1 per tutti”, per la regia di Giovanni Veronesi, le quali riprese sono iniziate a fine agosto e sono terminate a fine ottobre 2020 rispettando le norme Anti-Covid19.

Il film narra dei tre Moschettieri D’Artagnan (Pierfrancesco Favino), Porthos (Valerio Mastandrea) e Athos (Rocco Papaleo), richiamati dalla Regina Anna d’Austria (Margherita Buy) per un’ultimissima missione segreta. Guidati da una singolare veggente di nome Tomtom (Giulia Michelini), si lanceranno in una nuova avventura che intreccerà i destini della piccola Principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e Buffon (Federico Ielapi), un giovanissimo orfanello. In un viaggio pieno di sfide e incontri, tra cui quello con Cyrano (Guido Caprino), si troveranno ad affrontare la più dura delle prove: scegliere tra la fedeltà alla Corona e quella all’amicizia.

Alla conferenza era presente l’intero cast insieme ai CEO di Sky e al regista Giovanni Veronesi, che subito ha esordito dicendo che si è molto divertito a vedere gli attori soffrire a causa di tutte le ore di trucco che dovevano affrontare e i vestiti elaborati che dovevano indossare… Ma quando li vedeva pronti per girare li invidiava notevolmente. Valerio Mastandrea è intervenuto dicendo che il regista invece ha sofferto perché è anziano e ha responsabilità diverse rispetto loro attori, e tutti si sono messi a ridere. L’atmosfera che si respirava era rilassata e amichevole, e si è capito fin da subito che c’era grande complicità tra tutto il cast e il regista. Per quanto riguarda la storia, Mastrandrea si è subito espresso dicendo che non aveva letto il copione, vi si è semplicemente immerso e l’ha fatto talmente tanto che quasi non ha ricordi riguardo le riprese, perché ha assimilato troppo il film. Pierfrancesco Favino ha detto di essersi affidato a Valerio per la storia, è stato felicissimo di essere tornato nei panni di questo personaggio: “È raro” dice “che venga data un’altra occasione attraverso la fantasia. È un film impegnativo, ma piacevole.”

Parlando della tattica adottata dalla piattaforma, Nicola CEO di Sky, ha detto che crede che il cinema sia un modello di intrattenimento solido, e che Sky riesce a mettere in relazione il pubblico col cinema: “Il film è uno sky original che porteremo avanti per tutto il 21. L’idea è costruire film con libertà editoriale e di posizionamento, per la sala, ma anche per la piattaforma. Nel caso in cui a Giovanni venga voglia di fare un terzo film, potrà ambire a un’uscita in sala.”

Si è fatto notare, infatti, come Veronesi, due anni fa, avesse detto che non avrebbe fatto un secondo film sui moschettieri, e invece eccolo qui. Egli ha poi prontamente risposto: “Sono solo gli stessi personaggi, ma non è un seguito per me. Quando dico queste cose non dovete credermi, io dico solo balle. Potrei dire che non ce ne sarà un terzo, ma forse ci sarà, semplicemente perchè mi piace lavorare con lo stesso gruppo di persone, di attori.”

Parlando quindi del rapporto che Veronesi ha con i Tre Moschettieri ha detto che ha letto i libri di Dumas circa cinque o sei anni fa, quando gli venne in mente di fare il film. Ha confessato poi che in futuro gli piacerebbe davvero molto poter realizzare qualcosa collegato alla letteratura dato che in questo periodo ha ricominciato a leggere i classici.

Parlando poi dell’inizio del film, in molti si sono stupiti dalla scelta di farlo iniziare con dei bambini che hanno delle mascherine, visto che lo stesso Veronesi non aveva pensato di fare riferimenti nel film sulla pandemia: “Poi quando ho visto i bambini arrivare con le mascherine e si sono messi seduti davanti a me ho pensato che solo una volta nella vita potevo avere quell’immagine davanti a me, gli occhi di quei bambini erano quelli che volevo raccontare io, e fatalmente la mascherina fa questo, lascia scoperti quegli occhioni espressivi, quindi probabilmente era un segno del destino raccontare attraverso gli occhi dei bambini questa storia.” Fosse per Veronesi, i bambini andrebbero messi in tutte le storie, anche dove non hanno spazio. Ciò che piace raccontare al regista sono i suoi ricordi da piccolo, tanto che nel film c’è moltissimo di lui, dalle frasi al modo di comportarsi: “Credo che aspettassi da molto di fare un film con i bambini, ed accoppiati ai moschettieri mi sembrava molto bello. È vero anche che io non vorrei avere dei ricordi, mi mettono una tristezza infinita, ma sono assalito dai ricordi, e quelli dell’infanzia vanno più veloci, li ricordo più facilmente.”

Alla conferenza erano anche presenti in collegamento da remoto i due bambini protagonisti, Sara Ciocca e Federico Ielapi, e poi Margherita Buy (Regina Anna D’Austria), Anna Ferzetti (Enrichetta D’Inghilterra), che ha parlato di come con il suo cambio look si è sentita tornar bambina, Giulia Michelini (TomTom), che ha confermato di essersi divertita nell’aver interpretato un personaggio diverso, interessante: “È stato un film in cui continuamente c’era da riempirsi gli occhi ogni giorno sul set. È una prova nuova, ho tentato di costruire qualcosa strada facendo. Mi ha messo alla prova anche fisicamente poiché sono stata scalza tutto il film, mi sono acciaccata e confrontata con alcuni miei limiti, tra l’essere sopra le righe e no.” Giulio Scarpati (Beghelì), che ha interpretato un personaggio mostruoso. Doveva affrontare tutte le volte due ore di trucco, ma conferma anche lui che è stato bello entrare in questo mondo di favola. Ha inoltre raccontato un aneddoto: camminando sul set un giorno ha sentito un forte crack e si sono tutti spaventati, lui in primis pensando fossero i legamenti. Era la gamba di legno.

Il Natale quest’anno dovrà quindi portare proprio quella spensieratezza, fantasia e libertà di cui tutti proprio ora abbiamo bisogno, e questo film è in grado di farlo. Favino stesso ha parlato dell’importanza di una favola come questa in questo anno così strano per tutti noi, un anno particolare, faticoso, dove abbiamo bisogno di leggerezza: “Sono contento che questo film possa portarla. Non so cosa accadrà o in quanti potremmo vedere sui divani questo film, so che sembra una banalità sdolcinata, ma sento di aver bisogno di una carezza, di una coccola. È un film di Natale nel senso più classico del termine. Spero faccia passare due ore di leggerezza augurandoci che un giorno si possa vedere in sala.” In proposito, sempre Favino ha parlato dell’importanza della fantasia, ora necessaria e fondamentale: “Ma la libertà vorrei fosse svincolata dalla fantasia. In questa epoca la libertà dovrebbe essere garantita, ecco perchè ho scelto di fare questo mestiere.”

Secondo Mastandrea la fantasia è il motivo per il quale molti di loro fanno questo mestiere, ma la libertà è un concetto molto più importante: “Il cinema trasporta da un’altra parte e mostra cose mai viste. Ma il tema è anche un altro: abbandonare un ruolo per seguire un ideale. Avere ideali non è male, soprattutto se questo ti permette di fare scelte verso gli altri. Questo mondo ormai è diviso in due: le persone che pensano solo a sé stesse e le persone che pensano anche agli altri.”

Papaleo tra una risata e l’altra fa copia e incolla delle loro opinioni, ma ci lascia con una frase bellissima detta da suo figlio: “Papà, la fantasia mi consola”. E nella fantasia trova la sua libertà.