Cosa rallegra di più l’umore, a inizio febbraio, quando il ricordo delle vacanze natalizie è ormai lontano, quando si è rientrati già da molto nel pieno del lavoro, che il sognare l’estate?

Eppure esiste un momento nella vita in cui l’idea dell’estate, da che essere considerata gioiosa, libera, divertente, diventa fonte di stress, con le vacanze da organizzare, con la calca del mare, con il lavoro da interrompere. Questa è il paradosso, come ci raccontano gli sceneggiatori Davide Lantieri e Michele Pellegrini, da cui parte “Odio l’estate”, ultimo film con Aldo, Giovanni e Giacomo, nelle sale dal 30 Gennaio 2020.

Il trio è tornato alle origini, ha infatti recuperato il regista Massimo Venier, lo stesso di “Chiedimi se sono felice”, “Tu la conosci Claudia?”. Il film è un ritorno al passato ma senza perdere traccia degli anni che sono trascorsi e della maturità che si è acquisita nel tempo. Siamo di fronte ad una commedia, non più dalle grasse risate, ma del sorriso e del sentimento. Il regista ci ha raccontato come sia stato tornare a lavorare col trio.

È un film corale, il trio viene affiancato da Lucia Mascino, Maria di Biase, Carlotta Natoli che interpretano le moglie del trio, che non sono delle spalle ma delle protagoniste a loro volta. 

Le tre attrici raccontano di essere state accolte come in una famiglia, creando sul set una fantastica atmosfera. Sentiamo i racconti di Lucia Mascino e Carlotta Natoli:

Un ruolo importante lo hanno anche i figli, protagonisti in molte scene del film. Ogni figura che compare ha il suo ruolo fondamentale: Michele Placido, commissario infastidito dall’estate, Massimo Ranieri, adorato da Aldo che ha la fortuna, poi, di cantarci insieme, persino il cane Brian, che scappa e fa unire il trio alla sua ricerca. 

Ogni personaggio e il suo rapporto con gli altri sono delineati nei dettagli: il dentista affermato, Giacomo, che non lega con il figlio della moglie, l’ipocondriaco, Aldo, che scappa dalle situazioni importanti per paura di fallire, un negoziante, Giovanni, sull’orlo del fallimento che non ha il coraggio di dirlo alla famiglia. Il film ci lascia un importante messaggio: l’importanza del dialogo, sia in famiglia, con persone che conosci da sempre, sia tra gli sconosciuti, apparentemente diversi ma che in fondo sono accomunati dalle stesse dinamiche. E, cosa da non sottovalutare, si ride e ci si commuove, come nel miglior solco della commedia. È proprio il caso di dire, bentornato trio.