“Doctor Strange nel multiverso della follia” – Sam Raimi, 2022

Il ritorno sullo schermo di un seguito del primo “Doctor Strange” del 2016 era atteso da tutti i fan del Marvel Cinematic Universe, e le innumerevoli clip e trailer usciti in questo ultimo mese hanno un po’ smorzato l’aura di mistero che dovrebbe ruotare attorno a un film. Eppure, nonostante tutto ciò, quello che ci ritroviamo in sala quando andiamo a  vedere questo nuovo film Marvel, non è nulla di ciò che ci si aspetta.

In questa nuova avventura, Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) sarà nuovamente il mentore di una adolescente sola e spaventata, America Chavez (Xochitl Gomez), che nasconde un potere inimmaginabile. Al fianco di Doctor Strange, sempre Wong (Benedict Wong) e Wanda Maximoff, interpretata da una eccezionale e magistrale Elizabeth Olsen.

La trama è ben delineata, e assolutamente non scontata, anche se non sempre molto lineare, e unisce forse fin troppi particolari che poi nel finale si risolvono troppo velocemente. Le capacità attoriali di Cumberbatch e Olsen spiccano sopra ogni cosa, anche se persino la nuova arrivata Xochitl Gomez riesce a sostenere bene il peso di questi due giganti della recitazione, facendo nascere una chimica assolutamente incredibile.

Prendendo spunto dai fumetti di Stan Lee e Steve Ditko, la sceneggiatura di “Doctor Strange nel multiverso della follia” è stata scritta da Michael Waldron. La regia è invece stata firmata da Sam Raimi, che torna a occuparsi di supereroi dopo avere diretto la trilogia di Spider-Man con Tobey Maguire protagonista, quella del 2002-2007. Si vede la mano del regista, soprattutto negli elementi horror, senza però che siano troppo disturbanti per chiunque. Anzi, le inquadrature diverse dal solito, con punti di vista completamente nuovi e impensabili rendono il film veramente bello e interessante a livello estetico. E’ uno stile completamente nuovo da quello a cui finora la MCU ci ha abituati, però tutto sommato fila abbastanza liscio e non risulta “di troppo”.

Sicuramente avrebbero potuto girare un film decisamente migliore e che avrebbe convinto di più. Il punto di vista tecnico è assolutamente indiscutibile. Come al solito gli effetti speciali quando c’è in particolare Doctor Strange sono i migliori, ma è dal punto di vista narrativo e di caratterizzazione dei personaggi che arriva un po ‘ a perdersi fino a non ricordare quasi di vista il punto principale. Questi nuovi tratti splatter hanno reso il film più accattivante e diverso da qualunque altro film Marvel, ma l’effetto “wow” che ci si sarebbe aspettato non è arrivato come previsto, forse proprio anche a causa della strategia che Marvel che sta utilizzando, quasi privando sempre più gli spettatori dell’effetto sorpresa che dovrebbero ritrovare in sala.

Il film, come sempre, si conclude con tanti punti di domanda e lascia aperte molte teorie che ci fanno a questo punto pensare: come proseguirà questa fase 4 e che punto culmine potrà avere?