Radio Dado torna, sabato 19 Luglio 2025, con un nuovo episodio dedicato a una leggenda. Dopo Aretha Franklin e i Blues Brothers, non potevamo che arrivare a lui: James Brown. Non il padrino del soul. Non del blues. Ma del funk. L’uomo che ha trasformato il ritmo in identità, la musica in riscatto, il palco in rivoluzione.
Cresciuto nella povertà della Carolina del Sud, tra gospel, carcere minorile e segregazione, Brown ha fatto del battito un manifesto. Il suo funk nasce dal “one”: colpire il primo tempo, alleggerire tutto il resto. Il groove non è decorazione: è centro, ossessione, potere. La sua band era una macchina perfetta. I fiati di Maceo Parker, il basso di Bootsy Collins, la batteria di Clyde Stubblefield. Sincronizzati su una sola idea: il ritmo prima di tutto.
Nel ’68, dopo l’uccisione di Martin Luther King, Boston rischia l’esplosione. Sul palco c’è lui. Ferma una rivolta con la forza della musica. E poi grida al mondo: “Say it loud: I’m Black and I’m Proud”. Non è solo show: è lotta, orgoglio, militanza. James Brown è la voce dell’America nera che non vuole più aspettare.
La sua eredità è ovunque. È l’artista più campionato della storia. Ogni base hip-hop, da Public Enemy a Dr. Dre, porta la sua impronta. Anche Prince e Michael Jackson hanno preso appunti. I suoi “Good God!”, i suoi “Yeah!” risuonano ancora oggi.
Ma c’è anche il lato oscuro. Negli anni ’80 il declino: cocaina, paranoia, arresti. Nel 1988 finisce in carcere dopo un inseguimento folle. Ma anche lì scrive, riflette, non si arrende. James Brown è stato un uomo difficile, contraddittorio. Ma necessario.
Il funk vive ancora. E con lui, la voce di chi non ha mai smesso di lottare.
Il ritmo non mente. James Brown è ancora qui.
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