Intervista a Aisha Cerami
Ha i tratti fisici della mamma, Aisha, figlia dell’attrice americana Mimsy Farmer, ma quelli più nascosti del papà, lo scrittore, sceneggiatore e premio Oscar per La storia è bella, Vincenzo Cerami. Attrice, ma da sempre attratta dalla scrittura, è riuscita a scrivere un romanzo solo dopo la morte del padre. Un padre amato profondamente che le ha fatto respirare amore e parole fin da piccola. E le ha donato lo stesso occhio nel guardare alla ‘periferia’ del mondo con tutto quello che comporta a livello reale e metaforico. Esce il suo primo romanzo, Gli altri (Rizzoli editore) e già capisci che Aisha non ha velleità narcisistiche ma una gran voglia di mettere l’accento sulle relazioni con l’altro.
Il tuo primo romanzo: come è nata questa storia?
È nato nel momento in cui ho capito quali erano i miei punti di forza. Mi era stato detto che i dialoghi mi venivano molto bene. Quindi, deciso quello, ho pensato a una storia dove i personaggi potessero parlare. Cosa c’è di meglio di un condominio come luogo dove far conversare la gente?
Il Roseto, una palazzina circondata da siepi fiorite, una piccola oasi di pace, cosa rappresenta in realtà?
Mentre lo scrivevo pensavo solo di voler raccontare una storia come tante. Con i grandi mali che ognuno di noi a nella propria vita.
Così facendo ho raccontato, evidentemente, la nostra fragile società, piena di dolori e ipocrisie. Il Roseto rappresenta, nel mio romanzo, la gabbia dorata dove spesso ci ritroviamo a nasconderci, pur di sfuggire dalle difficoltà che la vita ci propone ogni giorno.
Aisha, chi sono ‘gli altri’?
L’altro è colui che non ci somiglia. E’ il diverso, lo straniero. Gli altri siamo tutti noi. Gli altri sono sempre e comunque una ricchezza.
Ti sei ispirata a qualche libro o film o personaggi reali per la trama? “Il condomino” di Ballard ha di certo ispirato il mio romanzo. Un lungo racconto straordinario che descrive in maniera meticolosa e brillante il declino di una borghesia sfatta e rabbiosa.
Si dice sempre che nella trama di un romanzo si nasconde l’io dello scrittore, anche quando non è autobiografico. Succede anche a te? La mia storia contiene mille parti di me e nessuna. Io non ci sono nel romanzo, ma allo stesso tempo ho assorbito, nella mia esistenza, gran parte di quel dolore.
Gli stranieri” sono coloro che intaccano una apparente armonia. C’è qualche riferimento alla realtà italiana? Non solo italiana, ma universale. L’uomo è istintivamente intollerante. Qualsiasi sia il suo credo politico. La paura nei confronti di chi non ci somiglia ci rende tutti diffidenti e spesso aggressivi.
Quanto ha influito tuo padre, ottimo scrittore e sceneggiatore, nella tua scelta di raccontare storie? Mio padre è stato prima di tutto un padre meraviglioso. Inevitabilmente ha condizionato il mio sguardo nei confronti del mondo.
Una curiosità che non c’entra con il libro. Chi scelse il tuo nome, Aisha, e perché? Mi chiamo Aisha -che vuol dire forza vitale in arabo- perché i miei genitori vollero ringraziare il mondo arabo per un miracolo che oggi mi vede qui tra i vivi. Mia madre, incinta del sesto mese, stava lavorando in Algeria. Per motivi di salute stava per perdermi, ma incredibilmente siamo entrambe sopravvissute.
Gli altri
Editore: Rizzoli Anno edizione: 2019 In commercio dal: 10 settembre 2019 Pagine: 288
Aisha Cerami è nata e vive a Roma. Ha collaborato per alcuni anni con «Il Sole 24 Ore» pubblicando racconti del fantastico. Nel 2019 è stata candidata ai David di Donatello per la colonna sonora del film A casa tutti bene. .